16.4.07

Vucciria


Vucciria, carni appese, natura morta, passaggi sghembi, angustie ripiene. La merce in mostra, al sole e alla luce artificiale si prostra, si marce.
È una merceria sans merci, e la dama passa con la sua nube di cose immaginate.
Si attribuisce al caos un ordine marziale, e la profferta venerea dei beni materiali incombe sul visus come un banco di attrazione.
I colori violenti sono anneriti ai bordi dal tratto spesso e litografico.
La lezione dello scurore picassiano trova nelle forme slanciate ed acuminate l’esito più frontale, e la pienezza del campo visivo lascia nella mente un denso senso di sovrabbondanza, da stornare dove si vuole, nell’angoscia del possesso monadale o nell’irrequieta moltitudine dei flussi distratti.
a
Renato Guttuso, 1974