30.12.05

Il sogno



il garbo e l’astensione vengono prima,
dopo passa il treno delle campanelle
coi cani che gli abbaiano appresso
poi quando è passato ritorna un silenzio inquieto
e la casa da ripulire da soli

29.12.05

Quell'oscuro oggetto del desiderio



Onestà intellettuale, please. Come Mathieu con la ballerina di flamenco.
Liberandoci dal desiderio non siamo noi forse luminosi ma spenti? Allora perché compatirsi?
Nel film "Quell'oscuro oggetto del desiderio" le due attrici che impersonano Conchita (Carole Bouquet e Angela Molina) sono differenti ipostasi di un desiderio che è disperatamente tenebroso, e Mathieu (Fernando Rey) vi si abbandona con pulsione e integrità, sfidando il terrorismo dei sentimenti a testa alta, come un vecchio dignitoso.
(nella foto, io e mirco)
Luis Bunuel, 1977

28.12.05

Mi basterebbe un centro di gravità provvisorio



Come Malevic teorizzò e mise in pratica la percezione suprema della visione intesa come purezza geometrica di forme, io mi ritaglio un futuro di bellezza astratta e precisa entro cui muovermi, come in un fluido vetroso dai corridoi pervi e a me dolcemente noti. Visto da lontano, però, questo tetro addotto è di una metafisica bruttezza, cui del resto sono abituato (percependomi).

Kazimir Malevic, Composizione suprematista: bianco su bianco, 1918 – olio su tela , 79,4x79,4 cm, New York, Metropolitan Museum of Modern Art.


21.12.05

Rock Bottom


Dopo The End Of An Ear, geniale rapsodia possibilista e post-dadaista che ci regala tra l’altro due tra le più belle cover mai concepite (due versioni antitetiche di Las Vegas Tango di Gil Evans), Robert Wyatt ci pensa su e fonda i Matching Mole, espressione quasi omofona di quella francese ‘Machine Molle’, cioè Soft Machine, lo stellare gruppo di esordio. Due dischi di sostanziale eccellenza, anche se di ‘freddezza’ ricercata, percettibilissima sin dal primo ascolto, cioè Matching Mole e Matching Mole’s Little Red Record, poi l’incidente a casa dell’eccentrica Lady June che lo ha visto catapultarsi dal quarto piano e frantumarsi gli arti inferiori.
È giugno ’73 (come l’ombrosa canzone di De André) e del “bipede batterista” – come Wyatt stesso si definisce riferendosi al periodo pre-incidente – restano la curiosità, l’irriducibile ricerca e l’assoluta poliedricità. Si aggiunge a tutto ciò un’emotività incontenibile e una predilezione spiccata per le scale oblique - le ‘black notes’ che ricorrono in molti dei suoi motivi, nonché le melodie sospese, tracciate su sezioni ritmiche irregolari ed ‘interne’.
Molti definiscono Rock Bottom un disco ‘acquatico’, riferendosi al fatto che nei testi, nel titolo e anche nella copertina ricorre l’immagine del mare e dei suoi fondali misteriosi. In più il disco è stato composto per la maggior parte durante un soggiorno di Wyatt alla Giudecca (Venezia) e le atmosfere evocano un ambiente marino e un senso indefinibile di sfocato e attutito che ricordano la Porpoise Song dei Monkees. La nuova copertina – qui riportata – disegnata sempre dalla moglie (Poor Little) Alfie, sottolinea questo mood, avvalorando l’intuizione.
Ma Rock Bottom va oltre, è un disco di ispirazioni pressoché ubiquitarie, di spiccata impostazione minimalista (pur essendo in un certo senso cesellato) e di sperimentalismo ‘interiore’, che proietterà la sua importanza decisiva sull’arte a venire.“Sono un minimalista vero, perché produco poco” (Wyatt). La sua discografia, ormai finalmente disponibile in CD, è per questo motivo essenziale, e non ci sono scuse per non procurarsela in toto.


Robert Wyatt, 1974

20.12.05

Due recensioni meno minimaliste del solito


Sin dagli esordi il fantomatico “North Louisiana's Phenomenal Pop Combo” ha contribuito ad azzerare i codici canonici della scrittura musicale, da un lato ‘destrutturando’ il suono in pezzi minimi e brut (eliminando e nel contempo esacerbando il concetto di melodia), dall’altro smitizzando il baraccone delle liriche che tanto impressionava l’impressionabile pubblico di quegli anni.
Si potrebbe pertanto parlare di musica astratta, in una concezione più pittorica che musicale in senso stretto, che richiama tanto Mondrian quanto Twombly, se non fosse per quell’insistente rimando alla corporeità che si respira nel disco (skratz… skratz…), che fa pensare piuttosto a Bacon, rendendo il disco una rassegna sulle possibilità estetiche del bizzarro e dell’assurdo.
Nel tessuto delle citazioni l’ascoltatore troverà echi di jitterbug, melodie operistiche, danze funky, cori natalizi, orientalismi grotteschi, voci strapazzate, strumenti suonati sempre in modo ‘laterale’, e, soprattutto, una straordinaria libertà compositiva, che sarà da allora in poi la cifra del gruppo e porterà il loro naturale percorso a capolavori come Not available o Duck Stab. (Come quasi sempre accade) è un peccato cercare di definire e comunque parlare troppo di un disco così bello e misterioso, leggero e profondo, sovraccarico e, in qualche modo, ‘sfuggente’. Meglio ascoltare.


The Residents, 1974


Questa recensione non è mia (potendo scegliere, infatti, io l'avrei scritta in tedesco)...
"Their anatomy was half-human, half-animal, and they were confined in a low-celinged, windowless and oddly proportioned space. They could bite, probe, and suck, and they had very long eel-like necks, but their functioning in other respects was mysterious. Ears and mouths they had, but two at least were sightless. One was bandaged. The left-hand figure had the hairstyle of a female jail-bird. At shoulder-level it had what might have been mutilated wing-stumps. An inch or two below these there was drawn tight what might have been either a shower curtain or a pair of outsized pajama trousers. Set down on what looked like a metal stool, the figure was trashing round as if to savage whatever came within biting distance. The central figure, anatomically somewhat like a dis-feathered ostrich, had a human mouth, heavily bandaged, set at the end of its long, thick tubular neck.
What that neck might have looked like without the bandage was indicated by the right-handed figure. It had big ears at the corner of its mouth, and was able to open that mouth to an angle of about ninety degrees. It's one visible leg was as much a sofa-leg as an animal leg, and the patch of grass on which it stood was nearer to a bed of nails than to the shaven lawns of Oxford and Cambridge.
Common to all three figures was a mindless voracity, an automatic unregulated gluttony, a ravening undifferentiated capacity for hatred. Each was if as cornered, and only waiting for the chance to drag the observer down to its own level."
John Russell, 1971
Il corpo al centro, a testa in giù, suggerisce una crocifissione invertita di Cimabue, che Bacon immaginava come un verme che strisciava e ondulava alla base della croce.
Francis Bacon, Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion, 1944
Oil and pastel on hardboard each panel 145x128 cm. The Tate Gallery, London

A view from a view


Si dovrebbe viaggiare e vivere soltanto di giorno

Tetradecalogia - Re Giorgio, 2005

19.12.05

Rimini



Andrea s'è perso, s'è perso e non sa tornare.

Fabrizio de André, 1978

15.12.05

Volume 8



E quando poi sparì del tutto a chi diceva "È stato un male", a chi diceva "È stato un bene" raccomandò "Non vi conviene venir con me dovunque vada".
Ma c'è amore un po' per tutti, e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada.

Fabrizio de André, 1978

14.12.05

Esistenzialismo II



Indefinibile.

Gerard Damiano, 1973

Esistenzialismo I




















Definitivo.

Jean-Paul Sartre, 1938

11.12.05

Il tempo dei cavalli ubriachi



vent’anni fa sapevo di questo dolore
e vagheggiavo il suo sapore di vittoria
oggi però mi accorgo
che le ciliegie neglette dal sole
fanno davvero schifo


9.12.05

A promise



hold your head up high, and when you watch me fall please look back for the last time

Xiu Xiu, 2003

8.12.05

Le Fantôme de la liberté



Uomo: -Dobbiamo celebrare il Caso che ci ha fatto incontrare
Frate: - Celebrare Chi?
Uomo: - Il Caso
Frate: - Ah...

Luis Bunuel, 1974

6.12.05

La mia mente



...è piena di viti, cacciaviti... è piena di chiodi... piena di cose arrugginite e sacre, e questo treno le muove e le scatena.

1974